top of page

SOLO
Una vita

“SOLO - una vita” è un omaggio di riconoscenza a chi donò la vita per obbedire a degli ordini di morte, non capito e mai perdonato.


“SOLO – una vita” è lo sforzo di restituire una dignità a milioni di uomini, oltraggiati dalla guerra, uniformati, dimenticati, prima che soldati, nomi, cognomi, professioni, talenti, ambizioni, progetti, speranze, schiacciati sotto il peso della Storia.


“SOLO – una vita” è un invito allo studio della Storia, per immedesimarsi in una condizione, per pensare come chi ci ha preceduto e, per similitudine, intuire di essere stati tutti oggetto di
manipolazione e di sfruttamento, per liberarsi, si spera, dalla coatta accettazione della guerra come espediente per ottenere una "pace"provvisoria, avvisaglia di un nuovo prossimo conflitto.

Il talentuoso Lorenzo Flaherty, attore di prestigio e di chiara fama, diretto da "mostri sacri" della cinematografia come Avati, Bava, Fulci e Giordana, sarà interprete dello spettacolo SOLO-Una vita, ideato, scritto e diretto da Monica Massone.

Spettacolo in debutto ad Alessandria a febbraio 2024 e in tournée nazionale presso i maggiori Teatri italiani.

​

Drammaturgia originale: Monica Massone


Interprete: Lorenzo Flaherty

​

Co-regia video: Monica Massone e Sergio A. Notti

 

Distribuzione: Foxtrot Golf

La sinossi

Antonio Trentin, il protagonista, aspirante maestro e fante durante la Grande Guerra, potrebbe essere ciascuno di noi: egli avverte la presenza di un "Altro", indefinito e soverchiante, incarnato, di volta in volta, dalla figura del padre, della madre, della sorella, del "Professore", dell'amico, della comunità d'appartenenza, della donna desiderata, dell'ufficiale addestratore, del commilitone, del nemico, che, senza preavviso, senza ragione, senza alcuna considerazione, comprensione o compassione, annulla, in un solo istante, ogni sogno o vocazione futura. Colpevole di tradire il "Bene" di una collettività, sino a subirne la condanna e l'estromissione; solo, appunto, tra una moltitudine di gente che ha saputo sacrificare se stessa pur di salvare l’apparenza di democrazia e progresso proclamati da una società che, falsamente, sembra tutelare il benessere di tutti, indistintamente.


Antonio Trentin è, perciò, l'unico personaggio a essere interpretato da un attore, mentre tutti gli altri sono proiezioni, ombre, citazioni, allusioni, entità senza corpo, senza anima, rappresentazioni di un ruolo, di una carica, di un concetto. Persino Dio, in una società ancora profondamente religiosa, sembra essere scomparso, assente nonostante l'invocazione, o, forse, indifferente alla sorte del singolo.
La guerra è, pertanto, il sublimare all'eccesso un disagio che Antonio percepisce ma non ha la cultura e la dialettica per esprimere, poiché nessuno gliene ha (volutamente) trasmesso gli strumenti, né la scuola, né la famiglia, né, tantomeno, la società.
È una lotta tra Antonio e la Società che è il suo vero nemico e che, nel disperato tentativo di attribuirne un volto, proietta sulla minaccia austro-ungarica, sulla prostituta al bordello in retrovia, sui cavalli al fronte, sugli ufficiali, sui civili "al caldo", sull'immagine stessa della sua famiglia. Antonio, in un progressivo scoppio di violenza oltre ogni limite di oscenità, ha come risultato amore e odio per la medesima tecnologia che, se temuta in tempo di "pace", ora, come ordigno di guerra, è adorata e agognata per adattamento e assuefazione alla sofferenza.

Lo spettacolo
Lo spettacolo
 

“Solo – Una vita” è una tragedia in tre atti: il primo colloca Antonio entro i confini della famiglia, della scuola e del gruppo di amici, nel secondo la Guerra si avvicina ad Antonio, turbandone gli equilibri sociali, nel terzo si assiste alla progressiva distruzione della psiche e dell’identità del protagonista.


Antonio è, in definitiva, un antieroe, o, per converso, il vero volto dell'eroe di propaganda, la faccia scarnificata del Milite Ignoto sotto l'epica maschera del patriottismo, della democrazia e del progresso che, ieri come oggi, si cerca di esportare in territorio nemico di conquista.


Lo spettacolo, tramite il realismo e la credibilità con cui si è cercato di costruire il personaggio di Antonio, la sua rete di relazioni sociali e la circostanza storica e storico - culturale entro cui agisce, vuole essere, altresì, l'esplorazione di una mente in disgregazione, che è costretta a godere di questa miseria psichica, propria e altrui, poi, in un lampo di lucidità, trova nel suicidio il solo modo per sottrarsi alla conferma e al reiterarsi della schiavitù in cui è sempre vissuto.

Caratteristiche
 

"Solo - Una vita" è contraddistinto dalle peculiarità seguenti:

​

  • Un unico attore sulla scena

​

  • Originalità delle immagini e dei video risalenti al periodo 1913-1918, che occupano l'intera superficie del fondale, entro il cui perimetro l'attore agisce, in relazione alla figura o all'ambiente proiettato. Ad esempio, se l'attore è posizionato sulla destra della scena, sulla sinistra apparirà la figura con la quale sta interloquendo. Se collocato all'interno di un ambiente, l'attore si muoverà in rapporto agli elementi presenti nell'immagine o nel video. L'effetto voluto è stagliare la matericità del corpo (dell'attore), in contrapposizione alla bidimensionalità di tutti gli altri personaggi e degli ambienti, così da potenziare l'impressione di solitudine, estraniamento e di un "altrove mnemonico".

​

  • Immagini e video di raccordo tra il Primo, il Secondo e il Terzo Atto - originali d'epoca (vedi sopra) - per segnare la cronologia dei principali eventi storici - in rapporto al taglio dello spettacolo - e, parallelamente, guidare lo spettatore nell'intendere il movente della metamorfosi psichica di Antonio.

​

  • Prologo ed epilogo sono, rispettivamente, un percorso all'indietro nel tempo, dal 2023 al 1913, e in avanti, dal 1913 al 2023 (la selezione di immagini e video è diversa), finalizzati a documentare la tesi dello spettacolo ossia la manipolazione a opera di un Potere che non si conosce ai danni dei singoli individui, quasi del tutto impossibilitati a darsi realmente vita; a esempio, si proiettano immagini e video relativi alla Finanza, alle Borse, alle industrie.

​

  • Originalità del suono registrato durante battaglie combattute tra il 1915 e il 1918.

​

  • Musica di genere elettronico a suggerire la comparazione con il presente (vedi sopra) e l'incombenza di una tecnologia vieppiù intrusiva, terrificante e schiacciante, ancor più che il bioritmo di inizio XX secolo collimava con il tempo stabilito dalla Natura per il lavoro agricolo, soprattutto in un Paese fortemente rurale come l'Italia.

​

Lo spettacolo, perciò, è impostato perché sia un focus, a raggio stretto, sulla figura di Antonio; la videoscenografia sostituisce in toto la scenotecnica; i soli oggetti di scena sono quelli che incidono intimamente sulla psiche di Antonio.


Lo spettacolo è un omaggio a Stanley Kubrick e al suo “Full Metal Jacket”, nel denunciare un sistema di chiara manipolazione e annichilimento delle peculiarità del singolo e omogeneizzazione del pensiero.
In ultima analisi, in Antonio riecheggia l'ideale nietzschiano di "Superuomo" ma nell'accezione di ricerca e superamento costante di sé stesso e dei propri limiti, siano essi connaturati o intimati dall'esterno.

Rassegna stampa

Parlano dello spettacolo:

​

bottom of page